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sabato 9 novembre 2013

Uno su mille ce la fa a far ridere l'Italia in crisi ...e sbancare il botteghino

Luca Pasquale Medici (alias Checco Zalone) in una scena del film Sole a Catinelle

























Risate a catinelle... parafrasando il titolo dell'ultimo successo cinematografico del talento comico Checco Zalone.

..Una satira ponderata a molti problemi di attualità. C'è il papà senza lavoro che deve recuperare la stima del figlio. La coppia di separati che perdono entrambi il lavoro. Quindi, il problema degli scioperi e della ricerca di un lavoro. E, ultimo ma non ultimo, la crisi economica frutto degli speculatori senza conoscenza dell'economia reale. ...


 

Sole a Catinelle è un film a comicità diffusa che conquista gli italiani tanto provati dalla durezza dei tempi ...e grazie alle emozioni del pubblico assesta un grande risultato in grado di riaccende (per ora) almeno le speranze del cinema italiano.
 
Una scena del film Sole a Catinelle



















Non ci resta che ridere!


venerdì 14 giugno 2013

Un weekend a Forlì


 Maternità, 1916  Gino Severini


Ultimo fine settimana utile per visitare la mostra in chiusura NOVECENTO arte e vita in Italia tra le due guerre.

Attraverso i maggiori protagonisti (pittori come Severini, Casorati, Carrà, De Chirico, Balla, Depero, Oppi, Cagnaccio di San Pietro, Donghi, Dudreville, Dottori, Funi, Sironi, Campigli, Conti, Guidi, Ferrazzi, Prampolini, Sbisà, Soffici, Maccari, Rosai, Guttuso, e scultori come Martini, Andreotti, Biancini, Baroni, Thayaht, Messina, Manzù, Rambelli) risalterà la varietà delle esperienze tra Metafisica, Realismo Magico e le grandi mitologie del Novecento.

 Concerto, 1924  Felice Casorati































La mostra presenta i grandi temi affrontati nel Ventennio dagli artisti che hanno aderito alle direttive del regime, partecipando ai concorsi e aggiudicandosi le commissioni pubbliche, e da coloro che hanno attraversato quel clima alla ricerca di un nuovo rapporto tra le esigenze della contemporaneità e la tradizione, tra l’arte e il pubblico. La presenza di dipinti, sculture, cartoni per affreschi, opere di grafica, cartelloni murali, mobili, oggetti d’arredo, gioielli, abiti, intende offrire una visione a tutto tondo del rapporto tra le arti e le espressioni del costume e della vita, confrontando artisti e materiali diversi. L’obiettivo comune era, infatti,quello di ridefinire ogni aspetto della realtà e della vita, passando dal mito classico a una mitologia tutta contemporanea. 

Il compito dell’artista, così lo sintetizza Bontempelli, diviene quello di “inventare miti, favole, storie, che poi si allontanino da lui fino a perdere ogni legame con la sua persona, e in tal modo diventino patrimonio comune degli uomini e quasi cose della natura”.




NOVECENTO 
arte e vita in Italia tra le due guerre

2 febbraio - 16 giugno 2013

Forlì
Musei San Domenico
Piazza Guido da Montefeltro


venerdì 14 settembre 2012

Ciao, vado al cinema. Come non detto!



Si ride molto grazie alla spontanea simpatia del protagonista, all'umorismo delle situazioni e delle battute, al cast perfettamente affiatato e in alcuni casi sorprendente. Roberto Proia racconta con allegria una storia quasi autobiografica e Ivan Silvestrini confeziona con mano sicura, luci pop e una bella resa visuale una commedia degli equivoci capace di parlare a tutti.

                                                                          Daniela Catelli



Mattia sta per trasferirsi a Madrid dal fidanzato Eduard, così da non dover rivelare alla famiglia di essere gay. Eduard, invece, è convinto che la loro unione abbia la benedizione di tutti i familiari. Quando il giorno prima di partire per la Spagna, Eduard annuncia il suo arrivo a Roma per conoscere i "suoceri", Mattia dovrà scegliere se, finalmente, vuotare il sacco con i suoi oppure confessare al compagno di essere stato un formidabile bugiardo. 


... Il cinema ci ha raccontato spesso la paura e la vergogna, ma anche l'orgoglio di essere gay. Non sempre però, almeno da noi, è riuscito a dipingerci la normalità, il diritto e la gioia di essere tale.

Per il suo debutto da sceneggiatore, Roberto Proia si ispira alla propria autobiografia e sceglie di narrare il problema del coming out, che poi è il dichiararsi al mondo per come si è veramente, in forma di favola con gli happy ending di rito.

L'autore non ha la pretesa di farne una storia paradigmatica o “didattica”, ma essendo persona positiva e in pace con se stessa, la prende a pretesto per raccontare come a volte accettarsi e farsi accettare sia più facile di quello che pensiamo.

Nel caso del protagonista del film, Mattia, la difficoltà di dirlo in famiglia è quasi solo nella sua testa. I genitori - madre svaporata e passiva in cerca di riscatto, padre macho e omofobo - lo adorano, così come la nonna e l'amica del cuore, mentre l'amico Giacomo è prodigo di aiuti e consigli. Eppure la confusione è grande sotto il cielo.

Così, bugia chiama bugia, finché l'edificio che Mattia si è costruito per proteggersi rischia di crollargli addosso e seppellirlo.

Poi, come sempre capita al momento di affrontare l'ignoto -
specie in una società come la nostra, che rifiuta la diversità e le minoranze di ogni genere - il protagonista si fascia la testa all'inverosimile, proiettando sugli altri le proprie debolezze e i propri timori, senza rendersi conto di trasformarli a sua volta in stereotipi. Con intelligenza, gli autori calcano la mano proprio su questo aspetto, per dimostrarci che a volte l'apparenza inganna e che è il sentimento a dettare le proprie regole. Spesso contro tutte le etichette, le maschere e i cliché che mettiamo, indossiamo e ripetiamo solo per l'educazione ricevuta o per sentito dire, senza riflettere sul loro vero significato.

Anche per questo
Come non detto, che si presenta volutamente sotto le spoglie di commedia “per tutti” è una boccata d'aria fresca nel nostro cinema. Perché ci fa ridere con un protagonista che sa ridere di se stesso e ci conquista con il suo candore, e senza cadere nelle trappole del sentimentalismo e della battuta becera punta tutto sull'autenticità di personaggi, anzi di persone, che abbiamo incontrato e conosciuto. ...



La RECENSIONE di Daniela Catelli da: comingsoon.it





sabato 2 giugno 2012

La nobiltà del lavoro

Bianco Pieretto (Pietro Bortoluzzi)_ La scuola dei merletti a Burano (1905)
... In un’epoca come la nostra, preme l’esigenza di un radicale ripensamento sul senso e sul valore del lavoro. Contro il buio di Spread, Default, Bund e Btp, contro l’imperscrutabile economia irreale, per tornare a vedere equilibrio nella società la risposta è semplice, trasversale, globale: il lavoro che, naturalmente, è stato, è e resta valore morale essenziale che dà senso, misura e stabilità al singolo e alla collettività.

Nella nostra Costituzione, all’articolo 1 si legge: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e la parola «lavoro» risuona con una intensa e cristallina carica salvifica. Da qui è nata l’idea di creare una rassegna tra Ottocento e Novecento che si concentri sui vecchi mestieri, vivi nella pittura veneta, che mostri come nell’arte a cavallo dei due secoli la potenza del lavoro sia glorificata con tutta la sua carica concreta e dinamica dai pennelli più noti del tempo...


da: BeniCulturali.it

Tito Ettore_Le mondine in Polesine (1885)

Arti e mestieri nella pittura veneta tra '800 e '900
2 giugno/4 novembre 2012

 
Museo Nazionale di Villa Pisani
Stra (Venezia)
Via Doge Pisani, 7



Telefono prenotazioni: 041 2719019 


 

venerdì 13 aprile 2012

La vita è un sospiro, ed è di questo sospiro che ti devi impossessare


Pollo alle prugne, una storia straordinaria, magica, romantica, poetica... sul gusto dell'amore.

... Siamo sempre in un cinema di esilio obbligato, in questo caso non dall'Iran khomeinista, ma dalla vita che il protagonista avrebbe voluto vivere con la donna amata. Il cinema della Satrapi si conferma cinema della memoria, del ricordo famigliare che diventa racconto, figlio della secolare tradizione persiana...

                                                                                               Mauro Donzelli


Teheran 1958. A Nasser Ali Khan, celeberrimo virtuoso del violino, hanno rotto lo strumento prediletto. Non riuscendo a sostituirlo con nessun altro strumento che possa essere all'altezza, la vita senza musica gli risulta intollerabile. Rimane a letto indugiando sempre più in pensieri che vanno dalla sua giovinezza al futuro dei figli. Nel corso della settimana che segue, e col dispiegarsi di questa storia avvincente, comprendiamo il suo toccante segreto e la profondità della sua decisone di abbandonare la vita per la musica e per amore.


Per cominciare, ecco il trailer e... buona visione!





sabato 31 marzo 2012

ARTE IN AGENDA


A tu per tu con Andy Warhol: The Last Supper (L'ultima cena).

È una Pasqua all’insegna di Andy Warhol (Pittsburgh 1928 - New York 1987), quella che attende Reggio Emilia. Dal 31 marzo al 15 aprile 2012, Palazzo Magnani ospita The Last Supper, una delle opere più significative nella produzione del genio che ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte del secondo Novecento: la straordinaria interpretazione del Cenacolo di Leonardo da Vinci, operata da Andy Warhol nel 1986.


... The Last supper racchiude in sé l'essenza della poetica warholiana tesa a demistificare l'opera d'arte e la sua originalità di "pezzo unico", per dimostrare che, anche l’Ultima cena di Leonardo, al pari di altri soggetti come la Campbell's Soup, il fustino Brillo, la Coca Cola, altro non è che "un prodotto". Su invito di Alexandre Jolas, la cui galleria sorgeva proprio davanti al Refettorio di Santa Maria delle Grazie di Milano che conserva il capolavoro leonardesco, Warhol realizza tra il 1985 e '87 un ciclo di opere dedicato al Cenacolo - oltre cento tra dipinti e serigrafie - che si riallacciano a un percorso di reinterpretazione dei classici dell'arte italiana, già sperimentato con la sua Mona Lisa del 1963, rilettura della Gioconda.

Il critico Robert Rosenblum affermava a proposito di questo aspetto della poetica di Warhol: "Le sue gallerie di miti e superstar sembrano un repertorio di Santi venuti dopo la cristianità, tanto che le immagini isolate delle labbra di Marilyn o i singoli barattoli di zuppa possono diventare le icone di una nuova religione, simili a quelle delle reliquie sacre chiuse in uno spazio astratto. Le opere compiute a partire dall'Ultima cena di Leonardo, le ultime di Warhol, appaiono in modo improvviso, impetuoso e incomparabile: sono una strana manifestazione, straordinariamente forte, di un sentimento religioso che alla fine riesce a esprimersi, qui, quasi senza maschera. Liberamente, con un vigore che stupisce e impressiona, Warhol non ha mai come in questa occasione, glorificato così tanto il culto delle immagini, sua grande, unica e originaria passione"...


The Last Supper sarà affiancata da un raro disegno dell'Ultima cena leonardesca eseguito da Francesco Hayez (protagonista, fino al 1° maggio, a Palazzo Magnani della grande mostra INCANTI DI TERRE LONTANE. HAYEZ, FONTANESI E LA PITTURA ITALIANA TRA OTTO E NOVECENTO) che consentirà di sviluppare un confronto tra le modalità di rilettura dei modelli classici operata da due autori così distanti, ma uniti dall'esigenza che hanno avvertito di confrontarsi con il genio del Rinascimento italiano.

Le opere in mostra
L'ULTIMA CENA/THE LAST SUPPER di Andy Warhol
acrilico su tela, 100 x 100 cm
(GRUPPO CREDITO VALTELLINESE)

L'ULTIMA CENA / disegno di Francesco Hayez
Matita su carta, 43 x 75 cm
(COLLEZIONE PRIVATA)

31 MARZO - 15 APRILE 2012
ANDY WARHOL A PALAZZO MAGNANI
- Reggio Emilia

Orari: 

dal martedì al venerdì 10.00 -13.00 / 15.30 - 19.00
Sabato, Domenica e Festivi 10.00 - 19.00
Chiuso lunedì


 

venerdì 23 marzo 2012

È nata una star?


Tutto cominciò per via de
 “La leggenda del re trombatore” 
un venerdì qualsiasi 
in una famiglia qualsiasi...

La droga, l'alcol e le cattive compagnie, sono le paure che da sempre popolano le notti insonni di molti genitori. Eppure tutto sembra destinato a cambiare prospettiva se, a dei rischi "calcolati" e dati quasi per scontati, si sovrappone la variabile del raggiungimento della fama grazie al sesso. Perché nessuna famiglia può dichiararsi veramente moderna e comprensiva se non ha gestito la sorpresa di un figlio poco più che adolescente con il "talento" da pornostar. 


Del romanzo È nata una star di Nick Hornby, il regista Lucio Pellegrini ne porta per la prima volta la storia al cinema prefiggendosi lo scopo d'indagare proprio nelle dinamiche di questa realtà difficile da affrontare, aggiungendo al titolo un punto interrogativo simbolo evidente di un comprensibile sconcerto per i genitori.


Una mattina Lucia trova nella buca delle lettere un video accompagnato da un biglietto. Non riesce a crederci: quello in copertina è suo figlio Marco. Il film ha un titolo non proprio edificante ed è vietato ai minori. Si, insomma, Marco a quanto pare ha un talento nascosto e l'ha messo a frutto cimentandosi come pornostar. Lucia deve dirlo a Fausto, suo marito, e insieme dovranno parlarne con il ragazzo.  




... È assodato che ognuno di noi 
debba scoprire il proprio talento e nutrirlo ...

venerdì 2 marzo 2012

Un film che commuove


Ispirato ad una storia vera, QUASI AMICI racconta l'incontro tra due mondi apparentemente lontani. Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, come badante personale. Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L'improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica.



... L'immenso successo ottenuto in Francia al di sopra di ogni aspettativa, ribadisce qualcosa che chi fa cinema tende spesso a dimenticare: la gente ha bisogno di storie, possibilmente semplici, capaci di toccare quelle corde emotive che se pizzicate suscitino le due reazioni più genuine che dall'infanzia alla terza età scortano la vita di ogni essere umano: la risata e il pianto. Saper raccontare qualcosa del genere, penetrando lo spirito e colpendo il cuore di 95 persone su 100 sedute in sala, è senza dubbio una missione non facile...

                                                                      Antonio Bracco







domenica 26 febbraio 2012

L'irresistibile idea dello spolverino elettrico

© 2012- SONY Pictures Classic

La vera storia del Dott. Granville e... 
l'eccitante invenzione del vibratore.

© 2012- SONY Pictures Classic



... "Hysteria non ha alcuna velleità provocatoria o eversiva, limitandosi a strizzare l'occhio allo spettatore con battute e situazioni che non rischiano di turbare nemmeno gli spettatori più giovani" ...
     
                                                                             Federico Gironi

© 2012- SONY Pictures Classic

Nella pudica Londra vittoriana (1880), il brillante giovane dottore Mortimer Granville (Hugh Dancy) è in cerca di un nuovo lavoro. Lo trova presso il Dottor Dalrymple (Jonathan Pryce), specializzato nel trattamento dei casi di isteria i cui angoscianti sintomi nelle donne includono pianto, malinconia, irritabilità, rabbia. Dalrymple è convinto che la causa del malanno sia anche la repressione sessuale imperante in quell'epoca, e cura le "isteriche" con una terapia scandalosamente efficace: il "massaggio manuale" sotto le gonne delle sue pazienti. Il dottore, però, deve lottare contro la fiera disapprovazione della figlia Charlotte (Maggie Gyllenhaal), sostenitrice dei diritti delle donne più deboli. Mortimer decide di affinare il metodo terapeutico: quando il suo lungimirante amico Edmund (Rupert Everett) gli rivela il progetto del suo nuovo spolverino elettrico, gli viene in mente un'idea irresistibile.






ANNOTAZIONI A MARGINE

Creati per curare l’isteria della donne, i primi vibratori meccanici hanno visto la luce, e non solo quella, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. I sex toys però, hanno origini più antiche di quanto non immaginiate. Basterà una visita al Vintage Vibrator Museum per scoprire che il primo giocattolino erotico può risalire addirittura a 3000 anni fa. Già in Grecia e a Roma se ne faceva un largo e compiaciuto uso. Gli esemplari di cui però possiamo vedere e toccare virtualmente con mano, forme e funzionalità (ovviamente piuttosto datate), risalgono appena ai primi del Novecento.

sabato 18 febbraio 2012

Albert Nobbs, un film incantevole e commovente


Il sogno più straordinario 
è vivere una vita ordinaria.


ALBERT NOBBS, il film diretto da Rodrigo García (figlio del celebre Garcia Marquez), è un progetto che l’attrice Glenn Close ha perseguito per lungo tempo con grande dedizione riuscendo finalmente a farlo approdare sul grande schermo in una pellicola che lei stessa ha sceneggiato, prodotto e magistralmente interpretato nei panni del timido maggiordomo...

Glenn Close è la protagonista di una delle trasformazioni più sorprendenti della stagione cinematografica. Straordinaria interprete di una storia cruda ma allo stesso tempo intensa e struggente, si cala nella trama: ...col ruolo di una figlia illegittima di genitori di cui non conosce l’identità, si traveste da uomo per poter sopravvivere nell’Irlanda del 1898 e lavora duramente per poter realizzare un sogno. 
Più di trent’anni dopo si ritroverà coinvolta in un insolito triangolo amoroso e prigioniera della sua stessa finzione.

mercoledì 25 gennaio 2012

La mia famiglia va in Germania


Applauditissimo all’ultimo Festival di Berlino, il film Almanya La mia famiglia va in Germania segna l’esordio nel cinema delle giovani sorelle Yasemin e Nesrin Samdereli, rispettivamente regista e co-sceneggiatrice, che hanno voluto raccontare i loro ricordi di ragazze tedesche di origine turca. Il film è una travolgente commedia “on the road” capace di divertire e commuovere raccontando una storia attualissima che offre spunti di riflessione su temi universali.








Chiedevamo dei lavoratori 
e sono arrivate delle persone
                                                                   (Max Frisch)
 
Protagonista del film è Hüseyin Yilmaz, patriarca di una famiglia turca emigrata in Germania negli anni ‘60. Dopo una vita di sacrifici, ha finalmente realizzato il sogno di comprare una casa in Turchia e ora vorrebbe farsi accompagnare fin lì da figli e nipoti per risistemarla. Malgrado lo scetticismo iniziale, la famiglia al completo si mette in viaggio e alle nuove avventure nella terra d’origine si intrecciano i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania, quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Lungo il tragitto, però, vengono a galla molti segreti del passato e del presente e tutta la famiglia si troverà ad affrontare la sfida più ardua: quella di restare unita.






Una storia emblematica dell'Europa moderna
 
Nel secondo dopoguerra, le aziende della Repubblica Federale Tedesca iniziarono a lamentarsi per la mancanza di operai. La prima causa del problema era la guerra stessa, che aveva ridotto drasticamente la popolazione maschile. I primi accordi tra stati per reclutare dei lavoratori stranieri furono stipulati con l’Italia nel 1955, quindi seguirono la Spagna e la Grecia. Riguardo agli italiani, furono ben 3 milioni i lavoratori a varcare la frontiera tedesca, prevalentemente di origine siciliana, calabrese, abruzzese e pugliese, ma anche veneta ed emiliana.

In base a un trattato firmato con la Turchia nel 1961, iniziarono ad arrivare in Germania Ovest anche i Gastarbeiters turchi, che raggiunsero in poco tempo le 826.000 unità: per la Turchia era un modo di cercare una soluzione ai propri problemi economici e sociali, per i tedeschi quello di ottenere manodopera a basso costo a sostegno del boom di quegli anni.

La maggior parte dei lavoratori turchi arrivavano da Istambul con treni speciali, che impiegavano circa 50 ore per giungere a destinazione passando per la Grecia. Solo negli anni Settanta furono inaugurati dei tragitti più rapidi attraverso la Bulgaria, ma d’altra parte nel 1973 venne posta fine al trattato di reclutamento fra i due stati. In quell’anno il numero complessivo di lavoratori stranieri presenti in Germania Ovest era di ben 4 milioni.

La popolazione turca in Germania ha continuato a crescere negli anni grazie alla politica dei ricongiungimenti famigliari e ai matrimoni contratti nel nuovo paese. Oggi i cittadini di origine turca sono alla quarta generazione. Secondo l’Istituto di Statistica tedesco, dei 6,7 milioni di stranieri che nel 2009 vivevano nella Germania riunificata, i turchi costituiscono il gruppo più ampio con 1 milione 660mila unità. La rappresentanza italiana è invece di 650.000 persone.

Per saperne di più, continuate a leggere sulle pagine di Teodoracinema


 

domenica 22 gennaio 2012

Un ottimo spunto per una gita a San Marino

Jakie, 1964  Andy Warhol

La rassegna a Palazzo Sums "Da Hopper a Warhol. Pittura americana del XX secolo a San Marino" si presenta come la prima circostanza in cui, attraverso nomi celebri, la vicenda pittorica statunitense del Novecento viene almeno raccontata lungo tutto lo scorrere del secolo.

Emporio, 1927  Edward Hopper

A partire dal realismo di Edward Hopper da un lato e di Thomas Hart Benton dall’altro, fino all’esperienza così particolare di Giorgia O’Keeffe, circa venticinque opere (provenienti da prestigiosi musei oltreoceano) celebrano dal 21 gennaio al 3 giugno 2012 le correnti artistiche più rappresentative della cultura americana.

Per tutte le altre ulteriori informazioni: www.lineadombra.it


mercoledì 18 gennaio 2012

Ancora una volta, riusciremo a riderci su?

Claudio Bisio in una scena del film

Si legge di stereotipi e gag a gò-gò, per dire quanto siano diversi e "uguali" gli italiani a nord e a sud, ma anche di un pizzico di attualità con una sorta di metodo Marchionne da applicare per velocizzare quelle poste italiane che danno impiego ai protagonisti del film.


Arriva il sequel del blockbuster Benvenuti al Sud, successo straordinario di pubblico nel 2010. Si capovolgono le situazioni, in un’altra divertentissima commedia, inno (almeno sullo schermo) ad un’Italia finalmente unita!

Alessandro Siani in una scena del film

Alberto e Mattia, sono in crisi con le rispettive mogli. Silvia detesta Milano a causa delle polveri sottili e dell'ozono troposferico e accusa Alberto di pensare solo al lavoro e poco a lei. Intanto Mattia, il solito irresponsabile, vive con la moglie Maria e il figlio Edinson a casa della madre, lavora poco e proprio non riesce a pronunciare la parola "mutuo". Mattia suo malgrado finirà a lavorare a Milano, incastrato dall'ingenuità dei suoi amici che lo affidano alle cure di Alberto. L'impatto del napoletano con la città sarà terribile: partito con un giubbotto fendinebbia il povero Mattia finirà col rovinare la sua vita e quella dell'amico Alberto. Ma, piano piano, i pregiudizi inizieranno a sciogliersi...

Paolo Rossi in una scena del film
Nell’ attesa di andare al cinema... ecco il trailer!




sabato 14 gennaio 2012

Al cinema: E ora dove andiamo?
































Una commedia al femminile contro l'integralismo
                                                                          Giancarlo Zappoli


Arriverà in Italia la prossima settimana, dopo aver vinto il Festival di Toronto 2011, il film “E ora dove andiamo?” opera seconda della regista libanese Nadine Labaki.  

Sul bordo di una strada dissestata, un corteo di donne avanza in processione verso il cimitero del villaggio. Takla, Amale, Yvonne, Afaf e Saydeh affrontano stoicamente il caldo soffocante di mezzogiorno, reggendo le fotografie dei loro amati uomini, perduti in una guerra futile, lunga e lontana. Alcune di loro portano un velo, altre indossano croci di legno, ma tutte sono vestite di nero, unite da una sofferenza condivisa. Giunta alle porte del cimitero, la processione si divide in due congregazioni: musulmani da una parte e cristiani dall’altra. Unite da una causa comune, l’impensabile amicizia tra queste donne supera, contro ogni aspettativa, tutti i punti di contrasto religiosi che creano scompiglio nella loro società e, insieme, grazie alla loro straordinaria inventiva, mettono in atto dei piani esilaranti cercando di distrarre gli uomini del villaggio, in modo da allentare la tensione interreligiosa.




Cercherò di non perderlo!
                               Annalisa 

 

domenica 8 gennaio 2012

Si riapre lunedì






Dopo un sabato e una domenica con chiusura tutta dedicata all'inventario, riapriamo lunedì.
 

In realtà lunedì è già domani mattina... 
solo a pensarci mi viene sonno!


giovedì 5 gennaio 2012

Italia, amarla o lasciarla?


Gustav, altoatesino e di madrelingua tedesca, è pragmatico e animato da una forte coscienza politica; Luca è romano, indolente, pigro, sarcastico, fatalista. Luca e Gustav sono una coppia di ragazzi italiani che di recente ha assistito all'esodo di molti amici, loro coetanei, che hanno deciso di lasciare l'Italia per mete come Berlino, Londra o Barcellona: persone creative che non vedono un futuro in questo Paese, stanchi del costo della vita, del precariato, dell'atteggiamento reazionario, del baronato nel mondo accademico, della mancanza di attenzione per i diritti umani, l'abbrutimento e la mancanza di meritocrazia.


Anche Gustav crede che andarsene sia la cosa migliore da fare, mentre Luca vuole convincerlo che l'Italia è ancora un Paese pieno di buoni motivi per restare, di persone appassionate che ogni giorno conducono una battaglia silenziosa perché le cose possano cambiare. Prima di prendere una decisione definitiva, si danno sei mesi per capire se è ancora possibile tornare a innamorarsi dell'Italia. Decidono di compiere un viaggio, a bordo di una vecchia Fiat 500, su e giù per lo stivale. Vanno alla ricerca di storie, aneddoti, personaggi, per scoprire cos’è rimasto dell'Italia che all'estero fa ancora tanto sognare, cercando di capire meglio un Paese dal passato tanto celebrato e dal futuro incerto, lasciando la porta aperta all’imprevedibile. Scopriranno un Paese diviso e contraddittorio ma sull'orlo di un cambiamento. 


Per provare a sciogliere il dubbio amletico, 
è consigliabile visionare attentamente il film.
 


Buona visione!



mercoledì 4 gennaio 2012

Tra amarcord e risate: La kryptonite nella borsa

Luigi Catani e Vincenzo Nemolato in una scena de La kryptonite nella borsa

In una Napoli anni '70 che non sa né di camorra né di spazzatura, recuperando la sua naturale vocazione ad essere scenario di piccoli grandi racconti familiari, ecco che si muove una famiglia decisamente fuori dai canoni, una di quelle famiglie che ora si chiamerebbe "disfunzionale", ma che più comunemente la potremmo definire sgangherata: un ragazzino miope e timido, una madre depressa, un padre fedifrago ma amoroso verso il figlio, nonni, zii "alternativi", maestra e amici…

Valeria Golino e Luca Zingaretti, insieme al piccolo Luigi Catani
Un guazzabuglio umano tenero e fragile, divertente e verace, raccontato con una delicatezza favolistica direi quasi francese. 
Un film che sa dosare tenerezza e comicità, immaginazione e realtà, con un cast formidabile (in primis degli eccezionali Valeria Golino e Luca Zingaretti), regalando quasi 2 ore di film da ricordare…






Ogni famiglia ha i suoi segreti, ma alcuni fanno più ridere di altri.

La kryptonite nella borsa è il felice esordio da regista dello scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo, autore del romanzo omonimo.

venerdì 16 dicembre 2011

Nel 2011 al cinema per un film muto


Era dai tempi de L'ultima follia di Mel Brooks, se non andiamo errati, che il cinema muto non arrivava sul grande schermo. 
Ma se quel film – godibilissimo si iscriveva di diritto nel registro parodistico e farsesco tipico dell'autore, The Artist sembra nascere 
da una vera e propria necessità. Quello che colpisce immediatamente, vedendolo, sono la straordinaria passione, la cultura cinematografica e la cura per il dettaglio che lo animano e gli hanno dato vita contro tutto e tutti. Basterebbe questo a farcelo amare: non c'è alcuna presunzione in quest'impresa, ma la volontà di rendere omaggio 
a un cinema venerato, che ha formato generazione di registi e spettatori, fatto da autori europei con capitali del nuovo mondo in quella che diventerà la culla e la mecca della settima arte, Hollywoodland (come ancora recita il celebre cartello sulle colline di Los Angeles). 



Un luogo che diventa fin da subito fabbrica di sogni, emozioni, vite alternative, che crea stelle e mostri, capace di accogliere a braccia aperte gli artisti in fuga dall'Europa in fiamme, ma al tempo stesso 
di trattare i suoi divi a contratto come polli di allevamento. Un luogo pieno di luci e ombre, reso alla perfezione dalla formula muto più bianco e nero  scelta da Michel Hazanavicius.

Continua a leggere la recensione di Daniela Catelli
 

Nel 1927 George Valentin è la star indiscussa del cinema muto. 
Ma, con l'imminente avvento del sonoro, l'attore si avvia verso un lento declino. Peppy Miller si trova, invece, nel suo momento migliore: si sta preparando a diventare, da semplice comparsa, una vera diva. Fra i due nascerà un amore, ostacolato però dalle difficoltà che la fama e l'orgoglio porteranno nelle loro vite.









"Esilarante"

Corriere della Sera