martedì 31 maggio 2011

“Borotalco, dal suo profumo alla nostra storia”

Fotografia originale “Nurse con bambino”, 1904. Nasce la storica icona di Boro-Talcum, una nurse tiene sulle sue ginocchia un bambino. Questa immagine, registrata insieme al marchio nello stesso anno, caratterizzerà la comunicazione del prodotto ed è tuttora raffigurata sulle confezioni di Borotalco Roberts.
Proseguirà fino al prossimo 11 giugno la mostra 
“Borotalco, dal suo profumo alla nostra storia” che allestita 
presso le Officine Grandi Riparazioni, celebra un prodotto 
che fin dal 1904 è entrato a far parte della quotidianità degli italiani, diventando testimone di un confronto tra storia e costume.
La mostra, organizzata da Manetti&Roberts, propone un percorso 
di immagini, illustrazioni, campagne pubblicitarie sui cambiamenti 
delle abitudini e della vita degli italiani, prendendo spunto 
da un prodotto così conosciuto e utilizzato come il Borotalco.


Articolato in periodi storici, il percorso della mostra racconta attraverso l'evoluzione del brand il cambiamento del nostro paese (che spesso trova riscontro nelle abitudini individuali quali possono essere la cura della persona) la scelta dell'abbigliamento o lo stile 
di vita. In esposizione ci sono alcune illustrazioni pubblicitarie 
degli anni Cinquanta come: "Nurse con il bambino” o “Donna 
con Bambino” a firma Gino Boccasile.  

Gino Boccasile, “ Nurse con bambino”, Anni ‘50
Gino Boccasile, “ Donna con bambino”, Anni ‘50. Gino Boccasile, cartellonista, illustratore e pittore italiano tra i più famosi in Italia nel pre e dopo-guerra, contribuì con le sue opere alla notorietà del marchio Borotalco
Nel percorso che racconta l’Italia attraverso la storia della “migliore polvere per la pelle” non può mancare la televisione: Borotalco infatti è stata una delle prime aziende a credere nel Carosello, lanciando nel 1957 “Corri Donna Corri” il primo filmato pubblicitario. Un’apposita area della mostra monografica è infatti dedicata ai caroselli Borotalco e alle nostalgiche note della prima comunicazione pubblicitaria.
Anonimo, “Donna ovale bianco”, Anni ‘30. In merito ai numerosi episodi di imitazione, la Corte di Cassazione sancisce nel 1929 la proprietà del nome Boro-Talcum da  parte di H. Roberts & Co. Nasce lo slogan "Se non è Roberts non è Borotalco"

17 maggio / 7 giugno 2011
Officine Grandi Riparazioni
Corso Castelfidardo 22 TORINO

Per accedere alla mostra non è necessario il ticket di ingresso.

lunedì 30 maggio 2011

Alzare i tacchi: da modo di dire a modo di fare.

I tacchi di Taylor Reeves

Da sempre, i tacchi alti hanno con le donne un rapporto contraddittorio di odio e amore. Consolidato sinonimo di femminilità e seduzione per la miriade di pregi estetici che presentano: li amiamo per la loro bellezza, per l'eleganza a cui costringono la nostra andatura, per lo slancio che donano alla nostra figura, ma, regolarmente, finiamo con l'odiarli perché vesciche, calli, distorsioni ed infiammazioni veramente dolorosissime ci rovinano la giornata. Chi di noi, alle prime uscite sui tacchi non è tornata a casa con 
le lacrime agli occhi per il dolore? Se poi la discrezione non è tra 
le vostre virtù, le scarpe dell’artista Taylor Reeves rappresentano 
un must in grado di garantirvi un successo di sguardi strepitoso.


Tacchi alti, colori più che sgargianti, luccichii per nulla timidi e un tocco di stile piuttosto inedito grazie alla stampa sulla suola, che fa capolino dietro al tacco da paura! Se siete interessate ad approfondire, i "tacchi" di Taylor Reeves (più opere d'arte che scarpe) 
sono in vendita su Etsy a non meno di 150,00 euro. 

Che le compriate o no, il risultato ottico è fuori discussione!




domenica 29 maggio 2011

Total WHITE


Tessuti dévoré anche nell'altra vetrina di CoseBelleMercerie.   
Questa volta tutte le proposte rivelano il BIANCO come colore,
must assoluto di quest'estate.


Luminosa giornata a tutti!


sabato 28 maggio 2011

La fabbrica del dimagrimento


Se pensate a smaltire i chilogrammi di troppo, rincorrendo a tutti 
i costi l'omologazione della forma fisica prima dell'estate, 
l'elegante e raffinata animazione d’autore: Slimtime (prodotta dalla prestigiosissima scuola d’animazione Supinfocom) 
riuscirà a strapparvi un sorriso.


Slimtime racconta di un uomo che accompagna sua moglie, 
dalle forme generose, in una clinica per il dimagrimento e si perde 
in un tour alla scoperta degli inusuali e surreali metodi utilizzati 
per far ritrovare forma e grazia alle signore sovrappeso.


Spazi sinuosi e ultramoderni catturano l’attenzione... 
oltre all’equipe di signorine fascinose che sono disegnate 
proprio per incantare e far sognare.




Buona visione!

venerdì 27 maggio 2011

L'era della comunicazione multiscreen: Connessi col mondo, isolati in famiglia.


Oggi rimbalzo l'interessante articolo a firma Barbara Millucci
che ha usato le parole giuste per "fotografare" i nostri malsani comportamenti quotidiani... inducendomi ad alcune riflessioni.
Vi consiglio di seguire il mio esempio e... proseguire nella lettura.


UN SALOTTO. UN SOFÀ. UNA FAMIGLIA. La tv rigorosamente off, 4 monitor (pardon: tablet) accesi. È la fotografia delle nuove famiglie contemporanee che trascorrono il dopo cena, più o meno fino alla mezzanotte, sempre più "connesse" fuori casa, ma del tutto "disconnesse" al loro interno. I nuovi nuclei individuali dell’era 3.0, visto che il web 2.0 sembra già preistoria, non hanno più nulla a che vedere con il vecchio focolare domestico, dove ci si rifugiava dopo una giornata piena di tensioni sul lavoro o di brutti voti presi a scuola. Sono passati i tempi in cui la sera si stava insieme e si commentavano le notizie dei tg, tenendo magari compagnia alla nonna sulla sedia 

a dondolo, tra una telefonata di un parente lontano e le discussioni 
in casa su chi dovesse lavare i piatti o sparecchiare. Il giorno dopo 
ci si svegliava quasi certamente con una marcia in più. Oggi tutto questo è out. Ognuno ha il proprio device. Si sta tutti e 4 insieme 
sul sofà, ma si è emotivamente soli. Nella stessa stanza, ma in mondi obliqui e paralleli. Ognuno perso nel cyberspazio del proprio laptop. Liquido e sfuggente, come direbbe il filosofo polacco Zygmunt Bauman.

Secondo il New York Times, nell’era del wifi la famiglia 3.0 si delinea sempre più drammaticamente così: il figlio di 8 anni spaparanzato in poltrona incollato a giocare, con la tavoletta tascabile sulle ginocchia, a Mario Kart wii; accanto la sorella, poco più grande, che consulta 

in modo convulso love calculator, per calcolare la corrispondenza amorosa, sul touchscreen dell’iPhone rosa, rivestito di brillantini. Nell’angolo, il padre attento a scommettere su giochi e partite on line su quello che fino a qualche anno fa era il pc di casa, mentre la madre chatta su Facebook con le amiche d’infanzia, scambiandosi ricette 
e commentando con il pollice all’insù del "mi piace" foto e siti improbabili. Un tempo si dialogava e si era presenti nella sfera dell’altro e dei figli. Oggi la distanza si è accentuata. Si vive 
in mondi talmente distanti tra loro, che hanno smesso di relazionarsi, mandando la società in tilt.

La comunicazione multiscreen cambia la nostra sfera domestica, tagliano corto i sociologi. La cultura digitale rivoluziona il nostro agire quotidiano. Il marito preferisce comunicare con la moglie seduta a un metro di distanza con una mail. Lei replica felice e soddisfatta, indaffarata a stare dietro a tutte le schermate aperte, come quelle della lista della spesa open (sostituisce la vecchia lavagnetta con il pennarello) che ogni familiare può consultare in tempo reale, aggiungendo quello di cui ha bisogno: dal bagno schiuma per la palestra, al latte, al quaderno a righe, fino alle sigarette per il papà. 

E mentre con la mano destra si chatta, con la sinistra si riesce anche 
a consultare il BlackBerry ogni 5 minuti. Non si sa mai. Il cugino lontano sta per prender parte a un nuovo flash mob all’Università, mentre il figlio potrebbe aver aggiunto un nuovo post sul suo blog.

Un popolo di scimmie, ci ha definito il Premio Nobel 

per la letteratura, Mario Vargas Llosa: «internet ha messo in soffitta 
la grammatica, l’ha liquidata, per cui si vive in una specie di barbarie sintattica. Se scrivi in quel modo è perché parli in quel modo. 
Se parli così è perché pensi così, e se pensi così è perché pensi come una scimmia». Come dire, più ci si evolve in questa visione post-orwelliana e più la nostra mente regredisce all’età della pietra. Sarà poi così? In fondo i personal media in questi ultimi mesi hanno permesso anche battaglie democratiche importanti. È possibile che non ci sia proprio nulla da salvare? Per Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università La Sapienza 
di Roma «la connessione non deve essere un pretesto per isolarsi. Quando in famiglia non si va d’accordo, la tavoletta diventa una scusa per non affrontare la realtà. L’ideale sarebbe avere una sola tecnologia con tutti i parenti intorno, con mamma e papà che insegnano ai figli come usarla, aggiornando in primo luogo se stessi». In una società convergente come questa, il ruolo e la responsabilità dei genitori sono aumentati rispetto al passato, quando l’ambiente esterno condivideva i valori e li sosteneva nelle loro scelte educative. Oggi c’è bisogno di una guida. Alla base di questi nuovimodelli cognitivi, c’è una collettività di interessi che cresce a dismisura ogni giorno. Le persone si "autoconfigurano" continuamente, nonostante siano soggette a stress tecnologico, senza esser più in grado di dire dei sani no. Per Roberto Grandi - professore di Sociologia 
dei Processi Culturali all’Università di Bologna - «i rapporti interpersonali sono in concorrenza con quelli virtuali, ma lo spazio virtuale non sostituisce gli spazi fisici».

Concorda l’esperto di tecnologia Carlo Infante: «Una tecnologia è desiderabile perché rimbalza indietro come una palla. Tutti i sistemi touchscreen inducono una corrispondenza, un elemento di contagio che ha a che vedere con il nostro desiderio». Ma le tecnologie alla fine non sono altro che elettrodomestici. E se ce l’ha fatta Bin Laden a vivere così tanto a lungo senza wireless, perché non dovremmo farcela noi alle prese dopo tutto con un tran tran di vita quotidiana, 

lo stesso da decenni? Ai tablet, per fortuna, c’è ancora chi continua a preferire le scene di vita domestica, come quelle dipinte da Vermeer.

da: IO DONNA, 26 maggio 2011


 

giovedì 26 maggio 2011

Da scatola di cartone a cadeau unico!






dipinta e decorata


i protagonisti dei racconti di Beatrix Potter 
in grado di raccontare una nuova storia di felicità.

 Deliziosa!


mercoledì 25 maggio 2011

Vetrine in rosa















Maggio è il mese delle rose. Nei giardini, i rosai in fiore offrono 
uno spettacolo straordinario. Un autentico tripudio di colori stupendi e intensi profumi. Le vetrine di CoseBelleMercerie non potevano sottrarsi a rappresentare questo fiore simbolo dell’incontro armonioso tra l'attività della natura e l'opera sensibile dell’uomo, 
e lo hanno fatto proponendo meravigliosi effetti di trasparenza ottenuti con bellissimi tessuti dévoré a tema.






martedì 24 maggio 2011

Di rosa in rosa


Tessuto in lino (altezza 280) stampato con motivo a roselline. 
Una raffinata proposta per confezionare elegantissimi tovaglioli, 
soffici cuscini e... tutto ciò che la vostra fantasia saprà suggerirvi.



lunedì 23 maggio 2011

Se mi vuoi bene, regalami un libro.

Per la promozione della lettura, ritorna l’iniziativa:  
Oggi è la Festa del libro.  

L’idea è interessante, come lo è qualunque iniziativa che spinga a leggere. Per l'occasione suggerisco il titolo del nuovo libro "Cosa tiene accese le stelle" dello scrittore e giornalista Mario Calabresi. Un libro che corre sul filo della storia alla scoperta dei cambiamenti avvenuti all’interno della nostra quotidianità.

“Una sera di novembre del 1955 mia nonna, che aveva quarant’anni, riconquistò la libertà e si sentì felice: aveva preso in mano un libro 
ed era riuscita a leggere qualche pagina prima di addormentarsi.”


E' così che Mario Calabresi ci racconta la sensazione di libertà e di rilassatezza che sua nonna ha provato la prima volta che ha utilizzato la lavatrice.
Una proposta di lettura che vorrebbe aiutare a riflettere ed esorcizzare la situazione di malessere generale, diffuso soprattutto tra gli strati più giovani della popolazione, fino alla sua totale scomparsa. Proprio per riuscire 
in questa impresa Mario Calabresi cerca 
di raccontare alcune delle più grandi invenzioni di tutti i tempi nella speranza di far capire ai giovani com’era realmente la vita non molti anni fa, ai tempi più o meno 
dei loro nonni, in tempi in cui anche le più semplici azioni quotidiane potevano essere difficili da compiere.

... C'è chi è riuscito a offrire una speranza per i malati incurabili, 
chi è diventato un prestigioso astronomo e spera ancora di vedere 
l'uomo su Marte, chi ha trasformato la sua tesi di laurea in un'azienda californiana di successo, e chi ha deciso di cambiare il proprio destino giocando l'unica carta a sua disposizione, lo studio. 
Per intuire che in mezzo allo sconforto diffuso la strada esiste, perché coltivando le proprie passioni non si rimane delusi e perché la libertà si conquista, anche, con la volontà. Per scoprire un giacimento di vita, energia e coraggio, un luogo in cui "le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio"...

Forse in questo modo i giovani possono aprire 
gli occhi sul loro presente e iniziare a provare 
un minimo di fiducia nei confronti del futuro.


Da Guastalla: I büràss di CoseBelle

L'appendino. Un elegante particolare di finitura di CoseBelleMercerie

Il termine büràss identifica nel dialetto guastallese il canovaccio, 
il semplice asciugatoio impiegato in cucina. In queste foto del post, 
il büràss della tradizione è interpretato secondo il personalissimo 
stile delle proposte di CoseBelle mercerie. Confezionati con tessuti 
in misto lino, spinatone, spugna cinquecento e nido d'ape in cotone, 
i canovacci da cucina sono impreziositi, nel bordino, 
dalla straordinaria finitura con i ricami della Emilietta.


Osservare queste foto, ritengo possa essere meglio di qualunque ulteriore spiegazione. Poi, per toccare con mano... sapete come fare!


domenica 22 maggio 2011

Countdown... 0


Dopo la cerimonia di incoronazione di Re Serpo XII
al secolo Giacomo Valenti, il grande giorno è arrivato.


Dunque, fuoco alle micce! 


Mi sono lasciata andare a questa esclamazione, forse ancora estasiata dagli straordinaria fiaccolata di ieri sera in onore del grande Sovrano di Gnocconia, ma ormai sono davvero pochi i minuti che ci separano dalle ripetute ed intense emozioni che solo la GNOCCATA di 
Guastalla sa trasmettere.

Welcome, dedicato alla GNOCCATA, il cartello di ingresso alla Città di Guastalla


Sento già in lontananza gli squilli di trombe, la GNOCCATA è qui!


In questi giorni abbiamo giocato con il libro tessile: LE STORIE - I NUMERI


sabato 21 maggio 2011

Countdown... -1

... dopo aver impastato diversi quintali di farina con patate a pasta bianca per la preparazione degli gnocchi, nelle reali cucine si procede al controllo del sugo di pomodoro fresco per regolarne la sapidità e... il cuore morbido della GNOCCATA è pronto ad affrontare il popolo famelico e risoluto all'assalto con la forchetta, ma obbligatamente 
solo dopo l'assaggio del Re d'i gnoch ...





-1


La GNOCCATA è domani!


Vi aspetto a Guastalla. Non mancate!



Silvia e Paolo, oggi sposi.


Realizzate dalla mamma Susanna, le bomboniere di Silvia sono state confezionate per oggi: sabato 21 maggio, "il giorno più bello" 
con l'impiego di nastro in lino bicolore decorato con stencil 
di lavanda e chiuso con nastro gros grain e bottoncino vintage.

L'originale sacchetto porta cadeaux realizzato da mamma Susanna

Complimenti a Susanna per lo straordinario risultato, 
ma soprattutto FELICITA' agli sposi!


L'intenso profumo dei fiori stellati del gelsomino possa caricare 
di ulteriore dolcezza una giornata meravigliosa.

           Annalisa