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venerdì 13 aprile 2012

La vita è un sospiro, ed è di questo sospiro che ti devi impossessare


Pollo alle prugne, una storia straordinaria, magica, romantica, poetica... sul gusto dell'amore.

... Siamo sempre in un cinema di esilio obbligato, in questo caso non dall'Iran khomeinista, ma dalla vita che il protagonista avrebbe voluto vivere con la donna amata. Il cinema della Satrapi si conferma cinema della memoria, del ricordo famigliare che diventa racconto, figlio della secolare tradizione persiana...

                                                                                               Mauro Donzelli


Teheran 1958. A Nasser Ali Khan, celeberrimo virtuoso del violino, hanno rotto lo strumento prediletto. Non riuscendo a sostituirlo con nessun altro strumento che possa essere all'altezza, la vita senza musica gli risulta intollerabile. Rimane a letto indugiando sempre più in pensieri che vanno dalla sua giovinezza al futuro dei figli. Nel corso della settimana che segue, e col dispiegarsi di questa storia avvincente, comprendiamo il suo toccante segreto e la profondità della sua decisone di abbandonare la vita per la musica e per amore.


Per cominciare, ecco il trailer e... buona visione!





mercoledì 18 gennaio 2012

Ancora una volta, riusciremo a riderci su?

Claudio Bisio in una scena del film

Si legge di stereotipi e gag a gò-gò, per dire quanto siano diversi e "uguali" gli italiani a nord e a sud, ma anche di un pizzico di attualità con una sorta di metodo Marchionne da applicare per velocizzare quelle poste italiane che danno impiego ai protagonisti del film.


Arriva il sequel del blockbuster Benvenuti al Sud, successo straordinario di pubblico nel 2010. Si capovolgono le situazioni, in un’altra divertentissima commedia, inno (almeno sullo schermo) ad un’Italia finalmente unita!

Alessandro Siani in una scena del film

Alberto e Mattia, sono in crisi con le rispettive mogli. Silvia detesta Milano a causa delle polveri sottili e dell'ozono troposferico e accusa Alberto di pensare solo al lavoro e poco a lei. Intanto Mattia, il solito irresponsabile, vive con la moglie Maria e il figlio Edinson a casa della madre, lavora poco e proprio non riesce a pronunciare la parola "mutuo". Mattia suo malgrado finirà a lavorare a Milano, incastrato dall'ingenuità dei suoi amici che lo affidano alle cure di Alberto. L'impatto del napoletano con la città sarà terribile: partito con un giubbotto fendinebbia il povero Mattia finirà col rovinare la sua vita e quella dell'amico Alberto. Ma, piano piano, i pregiudizi inizieranno a sciogliersi...

Paolo Rossi in una scena del film
Nell’ attesa di andare al cinema... ecco il trailer!




domenica 11 dicembre 2011

Le Nevi Del Kilimangiaro





Nonostante la recente perdita del lavoro, Michel vive felicemente, circondato dall’affetto degli amici, dei figli e dei nipoti, insieme alla moglie Claire con la quale ha condiviso trent’anni di matrimonio e di impegno politico. Le loro coscienze sono immacolate tanto quanto la loro visione della vita. Questa armonia viene spezzata il giorno in cui due sconosciuti armati entrano nella loro casa derubandoli dei loro risparmi e lasciandoli sotto shock. Lo shock è ancora più forte quando scoprono che l’aggressione è opera di un giovane operaio licenziato insieme a Michel. Quella violenza è opera di uno di loro. L’interrogativo è amaro: per chi e per cosa abbiamo lottato?


Andiamo al cinema.



È un bel film. Da non perdere!

martedì 22 novembre 2011

Romantici equivoci ed incroci sentimentali


"Anche se è amore non si vede" è un toccasana del buonumore: 
i protagonisti si prendono cura del fatto che il pubblico non si abitui troppo a non ridere per più di due minuti. 
Qualche battuta azzeccata punzecchia l’Italia ma anche gli stranieri che non sanno far altro che criticarci. A chiudere il ciclo comico ci pensa un crescendo di gag che sfocia in un finale tra schiaffoni e scazzottate.

In meno di due ore i protagonisti sono innamorati, amati, traditi, traditori e improvvisati ladykillers. C’è perfino un matrimonio con i fuochi d’artificio. Per la prima volta Ficarra e Picone si dirigono da soli e, nonostante a volte si soffermino un  po’ troppo su alcune gag o alzino il volume per dedicare spazio a un intero brano di Jovanotti, realizzano comunque una brillante commedia degli equivoci.

Non importa quanto un loro film possa essere zuccheroso o quanto possa rappresentare un’overdose di buoni sentimenti. Non importa nemmeno che la loro sia la classica commedia “divertente e mai volgare”. L’elemento che rende la visione particolarmente godibile è questa forte amicizia che dalla realtà si traduce in cinema, per poi uscire nuovamente dallo schermo tra applausi e risate in platea. 

Per iniziare a ridere guardate il TRAILER!




sabato 1 ottobre 2011

Un film che non voglio assolutamente perdere!

Con il titolo "L'amore che resta" arriverà in Italia il prossimo 7 ottobre un nuovo film (drammatico) che racconta dell'incontro tra Annabel, una ragazza gravemente malata, ed Enoch, un ragazzo in preda alla depressione. I due riusciranno ad affrontare i due tipi di malattie innamorandosi.

Annabel Cotton è una bella e dolce malata terminale di cancro che ama intensamente la vita e il mondo della natura. Enoch Brae è un ragazzo che si è isolato dal mondo da quando ha perso i genitori in un incidente. Quando i due si incontrano a una cerimonia funebre, scoprono di condividere molto nella loro personale esperienza del mondo. Per Enoch, comprende il suo miglior amico, Hiroshi, fantasma di un pilota kamikaze giapponese. Per Annabel, la sconfinata ammirazione per Charles Darwin e l'interesse per come vivono le altre creature. Quando Enoch scopre che ad Annabel resta poco da vivere, si offre di aiutarla ad affrontare gli ultimi giorni con irriverente abbandono, sfidando il destino, la tradizione e la morte stessa.


... io canto ogni mattina da quando ti conosco!




mercoledì 28 settembre 2011

Un film audace e sorprendente


Almodòvar stupisce ancora e non delude con un film inquietante, conturbante e sconcertante al tempo stesso. La pelle che abito si rivela un cocktail di depravazione e genialità incisivo e ben fatto, che sciocca e sorprende tra follia e perversione. Ottima la performarce di Banderas, che dopo "Atame", si ritrova ancora una volta in preda ad un autentico delirio di potere e alla pazzia più totale e incontrollata. Rapimenti, radimenti, stupri, tragici incidenti, suicidi, inaspettati cambiamenti di sesso, amori morbosi, follia, omicidi e bugie: sembra non mancare proprio nulla alla pellicola di Almodòvar, che pur affrontando così tanti temi non ne fa una cozzaglia noiosa e pacchiana ma un puzzle ben costruito dove ogni tassello contribuisce all'armonia di un film ardito ed elegante. Non fa rimpiangere l'assente Penelope Cruz la squisita Elena Anaya, delicata e composta ma ugualmente affranta nella silenziosa disperazione di una tragica agonia. Splendida prova per l'insostituibile Marisa Paredes, da segnalare l'apparizione dell'immancabile José Luis Gomez. Si difende bene l'emergente Jan Cornet, nel ruolo del giovane Vicente, rapito e torturato per redimersi da uno stupro che non ha mai commesso, trasformato da Banderas nella bellissima Anaya dopo anni di estenuanti operazioni e brutali esperimenti.

di Alessandra Hendrix


Trama del FILM

Il chirurgo estetico Robert Ledgard ha perso la moglie in un incidente d'auto che l'ha completamente carbonizzata. Da allora, ha messo tutto il suo impegno di scienziato per costruire una pelle sostitutiva, leggermente più resistente di quella umana e perfettamente compatibile. Perfezionata l'invenzione, Robert ha avuto bisogno di una cavia e non ha esitato a sequestrare il ragazzo che ha tentato di stuprargli la figlia, a privarlo dell'organo più esteso del suo corpo e ad obbligarlo a (soprav)vivere in un'altra pelle, che non gli appartiene.




lunedì 5 settembre 2011

Il ritorno di Ermanno Olmi al cinema

Ermanno Olmi
Il Villaggio di cartone è l’ultimo film di Ermanno Olmi. Fuori concorso partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, parla di immigrazione e narra l’incontro tra due culture e varie etnie, quella africana e quella europea, quando un gruppo di clandestini si rifugia all’interno di una chiesa che sta per essere sconsacrata e smantellata. La storia viene osservata attraverso gli occhi di un vecchio prete - interpretato da Michael Lonsdale - per tanti anni parroco in quella chiesa, ora sconvolto dalla disperazione. 
Ma è inutile: nulla potrà fermare il corso degli eventi …







Come un mucchio di stracci buttato là, sui gradini dell'altare. È il vecchio Prete, per tanti anni parroco in quella chiesa che ora non serve più e viene dismessa. Gli operai staccano dalle pareti i quadri dei santi e gli oggetti sacri più preziosi. Un lungo braccio meccanico stacca il grande Crocefisso a grandezza d'uomo appeso alla cuspide per calarlo a terra come uno sconfitto. È inutile opporsi: nulla potrà fermare il corso degli eventi che l'incalzare delle nuove realtà impone alla storia. Tuttavia, di fronte allo scempio della sua chiesa, il Prete avverte l'insorgere di una percezione nuova che lo sostiene. Gli pare che solo ora quei muri messi a nudo rivelino una sacralità che prima non appariva. Da questo momento di sconforto avrà inizio una resurrezione in spirito nuovo della missione sacerdotale. Non più la chiesa delle cerimonie liturgiche, degli altari dorati, bensì la Casa di Dio dove trovano rifugio e conforto i miseri e i derelitti. Saranno costoro i veri ornamenti del Tempio di Dio. E pure la vita del vecchio Prete troverà nuove vie della carità, della fratellanza e persino del coraggio di compiere quegli atti d'amore che chiedono anche il sacrificio estremo, quale alto significato della consacrazione sacerdotale. Ha inizio un tempo in cui il mondo ha bisogno di uomini nuovi e giusti per smascherare l'ambiguità delle parole con l'oggettività degli atti.





Un film per emozionarsi in una dura storia sull'immigrazione.


giovedì 1 settembre 2011

Rivediamoli


American Life è una pellicola dello scorso anno, 
ma la rivedrei volentieri... così, per andar lontano!



American Life racconta la storia di Burt e Verona, una coppia sulla trentina che aspetta un bambino. La gravidanza procede bene finché ricevono una notizia improvvisa e sconvolgete: gli eccentrici genitori di Burt annunciano che lasceranno il Colorado per trasferirsi in Europa.


A questo punto, viene a cadere l'unica ragione per cui avevamo deciso di stabilirsi lì. Dove e vicino a chi doveranno mettere su casa per crescere il bambino in arrivo? Partono così per un viaggio che li porterà a far visita ad amici e familiari, in città diverse, per valutare le possibili opzioni...









martedì 30 agosto 2011

Tra pochi giorni al cinema: TERRAFERMA


Il titolo TERRAFERMA, suggerisce il senso della meta, del miraggio dei naviganti, e che allude però alla natura salda dell'Isola, ancorata a tradizioni e valori fuori dal tempo.

E' la storia di un'isola siciliana, di pescatori, quasi intatta. Appena lambita dal turismo, che pure comincia a modificare comportamenti e mentalità degli isolani. E al tempo stesso investita dagli arrivi dei clandestini, e dalla regola nuova del respingimento: la negazione stessa della cultura del mare, che obbliga al soccorso. Una famiglia di pescatori con al centro un vecchio di grande autorità, una giovane donna che non vuole rinunciare a vivere una vita migliore e un ragazzo che, nella confusione, cerca la sua strada morale. Tutti messi di fronte a una decisione da prendere, che segnerà la loro vita.


Due donne, un’isolana e una straniera: l’una sconvolge la vita dell’altra. Eppure hanno uno stesso sogno, un futuro diverso per i loro figli, la loro terraferma. TERRAFERMA è l’approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un’isola saldamente ancorata a tradizioni ferme nel tempo. È con l’immobilità di questo tempo che la famiglia Pucillo deve confrontarsi. Ernesto ha 70 anni, vorrebbe fermare il tempo e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Suo nipote Filippo ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e il tempo di suo zio Nino, che ha smesso di pescare pesci per catturare turisti. Sua madre Giulietta, giovane vedova, sente che il tempo immutabile di quest’isola li ha resi tutti stranieri e che non potrà mai esserci un futuro né per lei, né per suo figlio Filippo. Per vivere bisogna trovare il coraggio di andare. Un giorno il mare sospinge nelle loro vite altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio. Ernesto li accoglie: è l’antica legge del mare. Ma la nuova legge dell’uomo non lo permette e la vita della famiglia Pucillo è destinata a essere sconvolta e a dover scegliere una nuova rotta.




Emanuele Crialese ha così definito il suo nuovo lavoro:
"un dramma simbolico, sul conflitto tra turismo e integrazione osservato attraverso il prisma delle mutazioni antropologiche".


venerdì 22 luglio 2011

Spintonando la coscienza a colpi di risate

Cose dell'altro mondo è una fiaba cinematografica, un paradosso sul tema del razzismo per parlare di integrazione.  

Come sarebbe l'Italia senza immigrati?


"Per la prima volta un film italiano affronta le tematiche dell'immigrazione e del razzismo con una robusta vena comica, per la prima volta si racconta il loro mettendo in scena il noi, per la prima volta si cerca di fare un passo avanti spintonando la coscienza a colpi di risate"


Svegliarsi un mattino e accorgersi che tutti gli immigrati, in regola e ben inseriti, sono scomparsi: nessuno si presenta al posto di lavoro, i loro figli non sono a scuola e le loro mamme non vanno a far la spesa. Un sogno per Libero Golfetto, imprenditore veneto che dalla sua tv privata lancia appelli contro l'invasione degli extracomunitari, ma è il caos nella città dove regna lo sconcerto e dove accadono Cose dell'altro mondo. Con questo titolo Francesco Patierno ha confezionato il suo nuovo film, che in uscita il prossimo 3 settembre potrebbe diventare anche un probabile protagonista della sezione Controcampo alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. In attesa dell'arrivo nelle sale, qui di seguito il trailer.




mercoledì 20 luglio 2011

Per sfortuna che ci sei


Si può tranquillamente affermare che questa frizzante commedia franco-belga girata da Nicolas Cuche, parte con il piede giusto: gag divertenti e una storia dinamica ed originale. Anche perché è difficile realizzare un film di questo tipo senza cadere nel trito e ritrito “come ho fatto a non accorgermene, la mia anima gemella è sempre stata qui accanto a me”, mentre in Per sfortuna che ci sei la trama è fresca ed innovativa. La coppia Julien & Joanna, interpretata da François-Xavier Demaison e Virginia Efira, funziona e vi farà ridere per tutta la prima parte del film, insieme ad altri personaggi più o meno importanti.


La seconda parte della pellicola però non regge il confronto con la prima, risultando purtroppo meno esilarante e perdendo lentamente la verve comica iniziale: lo scioglimento della trama è un po’ deludente, la banalità è in agguato e l’inizio superlativo cede il posto ad un finale tiepido e irrisoluto.  

Peccato, perché il lavoro di Cuche aveva tutte le carte in regola per regalare una ventata di freschezza sul genere comico-romantico. In ogni caso, Per sfortuna che ci sei è un film godibile, consigliato principalmente agli amanti del genere e a chi si accontenta di farsi quattro risate.


Testo di Giulia Crucitti 
da http://filmedvd.dvd.it/commedia/per-sfortuna-che-ci-sei/


Portatore sano di iella cerca donna d'amare

Julien Monnier ha un problema serio: sarà anche un brillante consulente coniugale, ma non riesce a tenersi una donna per più di due settimane. E la ragione è che da sempre porta iella a tutte le donne che si mettono con lui! Da quelle che finiscono in ospedale più volte a settimana, a quelle che vedono distrutta la loro carriera o le loro relazioni con gli amici e la famiglia. Julien è peggio di un gatto nero per le donne e Joanna lo capirà a proprie spese il giorno in cui lo incontra: ha una carriera di successo e una vita sentimentale fino ad ora felice, ma tutto questo rischia di crollare… 


 




Buon divertimento!

sabato 12 febbraio 2011

Una ritmata commedia autoironica che sfugge il cinema omologato


Rimanendo fedele a se stesso e al suo film d'esordio, il beato tra le gonne (le donne e le nonne) coinvolge di nuovo lo spettatore con 
la potente matrice autobiografica del suo cinema appena cominciato.

Gianni, sessant'anni ben portati, è un uomo normale, diciamo così. 
Ha una natura mite e un'immensa capacità di sopportazione. 
E' al servizio di sua moglie che lavora e ha mille impegni, 
della figlia che adora, del fidanzato della figlia, giovane nullafacente che si è piazzato in casa e che ormai lui ama come un figlio, del cane, del gatto. Dulcis in fundo, c'è sua madre, novantenne nobildonna decaduta, che si ostina a vivere nella vecchia villa alle porte di Roma facendo allegra finanza, con badanti che vanno e vengono. La sua vitarella scorre monotona fra commissioni, passeggiate con il cane e faccende domestiche, del resto è in baby pensione e di tempo ne ha fin troppo. Un giorno, l'amico Alfonso gli fa aprire gli occhi...

Dopo il successo di Pranzo di Ferragosto, Gianni di Gregorio raddoppia l’allegria e torna in sala con una nuova commedia che ancora una volta mescola realtà e finzione. Trasteverino, classe 1949, aiuto regista di Matteo Garrone, sceneggiatore di Sembra morto ma è solo svenuto e co-sceneggiatore di Gomorra, Di Gregorio è di nuovo Gianni, un uomo di mezza età alle prese con una mamma anziana, una figlia svagata, una moglie oberata e una messe di donne con le quali vorrebbe rinverdire i suoi anni. 
Continuando a provvedere con sollecitudine e qualche moto 
di impazienza ai capricci della sua irresistibile mamma, questa volta Gianni dovrà vedersela con l’altra metà del cielo e venire a patti 
col proprio cuore e i suoi sbandamenti sentimentali.


Ecco il trailer:



Buona visione!

da: comingsoon.it