venerdì 16 settembre 2011

Una fiaba insolita e toccante, dedicata a chi sa restare in piedi contro tutto e contro tutti.


La storia d'amore che ha stregato il pubblico francese, è valsa a Angèle e Tony il Premio Michel D'Ornano come migliore opera (passata tra gli applausi all'ultima Mostra del Cinema di Venezia nella selezione della Settimana della Critica) prima francese del 2010.

Angèle è una giovane donna allo sbando. Uscita dal carcere dopo aver scontato una pena perché ritenuta responsabile di un incidente che è costato la vita al marito, non può prendersi personalmente cura del figlio, affidato dai giudici ai nonni paterni. Tony è un pescatore abituato ai sacrifici che vive con la madre vedova dopo che il padre è scomparso in mare durante una battuta di pesca. Entrambi in cerca di un legame, Angèle perché vuole disperatamente formare una famiglia che le permetta di riprendersi il figlio, Tony per sfuggire a una solitudine affettiva che lo stringe come una morsa, si trovano grazie ad un annuncio personale. Il primo incontro non sarà dei più positivi, ma piano piano le due anime solitarie troveranno il modo per comprendersi e, forse, amarsi.



Il film a pieno titolo appartiene a quel bel cinema francese che affascina, emoziona e soprattutto fa uscire soddisfatti dal cinema, perchè mette in scena la vita umana, senza fronzoli e con una delicatezza esemplare.

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