giovedì 30 giugno 2011

CINEMAESTATE #3

Avrei voglia di vedere:


Ho letto di The Conspirator come di un buon legal thriller con pedigree storico, con cui Robert Redford rilegge uno degli episodi più bui della storia americana: l’assassinio di Abramo Lincoln e l’affannosa e affrettata ricerca dei colpevoli da dare in pasto all’opinione pubblica, e al popolo assetato di una giustizia che ha il sapore acre della vendetta. Un film drammatico, colmo di tensione emotiva, a tratti commovente, per raccontare una storia del passato e offrire spunti di riflessione.


Il 14 aprile 1865, l’America sta venendo fuori dalla sanguinosa guerra di secessione tra Nord e Sud del paese, ma a Washington, un evento è destinato a infliggere un duro colpo agli Stati Uniti. Durante una rappresentazione, al Ford’s Theater, il presidente Abramo Lincoln è ucciso da un colpo di pistola sparato da un attore della Virginia, simpatizzante sudista, John Wilkes Booth. Sulla scia dell’assassinio, sette uomini e una donna vengono arrestati con l’accusa di aver cospirato per uccidere il presidente, il suo vice Andrew Johnson e il segretario di stato William H. Seward. La donna accusata è Mary Surratt, la proprietaria di una pensione in cui Wilkes Booth e gli altri cospiratori – tra cui il figlio della donna, John – tenevano le riunioni per organizzare l’omicidio di stato. Frederick Aiken è un eroe di guerra dell’Unione, giovane avvocato, che accetta con riluttanza di difendere Mary Surratt. Durante lo sviluppo del processo, dinanzi a un tribunale non già civile ma militare, il ventottenne Aiken comincia a rendersi conto che la Surratt potrebbe essere innocente. E che l’accanirsi del pubblico ministero contro di lei sia soltanto un’esca per attirare suo figlio, John Surratt, a Washington. Il ragazzo, infatti, è l’unico presunto cospiratore riuscito a sfuggire alla cattura…





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