sabato 23 luglio 2011

La malva


La malva (Malva Silvestris) è una delle piante spontanee più comuni, peraltro molto visibile in questo periodo ai bordi delle strade campestri e nei prati, da sempre utilizzata per le sue proprietà emollienti e lassative, dimostrate ormai scientificamente e apprezzate ancora oggi.


L’etimologia del nome malva proviene dal greco "malakos" e significa "molle", cioè dalle proprietà emollienti. Fin dai tempi antichi i fiori e le foglie erano considerate un efficacissimo rimedio per tutti i mali, e in effetti gli antichi Greci la usavano per allentare la tosse; lo studioso Pitagora ne mangiava un pò ogni giorno, convinto che placasse le passioni corporali e gli donasse la lucidità necessaria ai suoi studi. I suoi seguaci, al contrario, la consideravano una pianta sacra, che possedeva il dono della saggezza, e per rispetto si guardavano bene dal mangiarla.


Gli antichi Romani la usavano per combattere i postumi di abbuffate e sbronze, in particolare pare ne fossero golosissimi sia Cicerone che Marziale, mentre Orazio già la utilizzava in cucina. Nel Medioevo era rimedio contro artriti, infiammazioni, stitichezza e obesità. Carlo Magno (il più grande proprietario terriero dell'Europa del suo tempo) ordinò che fosse coltivata negli orti e a tal fine rese obbligatorio questo comportamento inserendola nella sua ordinanza detta il "Capitulare de villis"


Facendo un rapido balzo in avanti fino all’800 è documentato che nel mondo contadino se ne inserivano mazzetti nei corredi da sposa, perché era credenza popolare che la malva aiutasse a conservare la bellezza delle giovani mogli anche in età avanzata.


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